09 settembre, 2009

Una casa Ideale

(foto da New York Times)
La settimana scorsa, il postino ha distribuito il catalogo dell’IKEA a tutte le famiglie di Suzzara. Il catalogo è pieno di bellissime foto e diverse combinazioni di mobili. Ormai è diventata una rivista di gossip che fa discutere le famiglie durante il pasto. Poi ho fatto una scoperta interessante: leggere il catalogo Ikea non è più un’attività destinata esclusivamente alla donna. Anche gli uomini non leggono più i quotidiani dopo il pasto, ma il catalogo IKEA. Come il fratello di Corrado, Daniele, che non è mai stato al megastore IKEA e dopo aver guardato tutto il catalogo ha detto: ‘La prossima volta che andate all’IKEA, fatemelo sapere, perché ho bisogno di qualcosa.’

Eccolo qua. Il potere della strategia IKEA. Creare il desiderio dello shopping e farci venire voglia di cambiare lo stile della casa. Ha creato anche una speranza: ‘chiunque può avere la casa ideale’. È questa speranza che produce milioni di ammiratori dello stile IKEA.

Durante la ristrutturazione della casa di via Zonta, ho letto quasi tutte le riviste, libri, articoli e siti web dedicati. Ho fatto tante ricerche con una sola speranza: creare una casa ideale. Dopo aver visto su internet la foto numero 2068, mi sono chiesta: ‘ma cos’è la casa ideale?’

Il Signor Dan Philips Texano, sessantasette anni, ha un’idea precisa: la casa ideale è fatta con materiale recupero per le famiglie meno facoltose. Nel 1997, Dan ha ipotecato la sua casa per aprire un’azienda di costruzioni per dare una casa a chi non se la poteva permettere. L’80% del materiale impiegato proviene dagli scarti di altri cantieri edili. Fino ad adesso, il signor Dan Philips ha già costituto 14 case. Per utilizzare queste macerie e dar loro nuova vita serve un grande spirito creativo. Dan crede che la ripetizione crei uno schema, per esempio tante vecchie tavelle di acciaio riunite assieme fanno un tetto, centinaia di tappi di sughero formano il pavimento mentre i fondi delle bottiglie sono la porta. Queste tante piccole idee provengono da un principio: una casa piacevole e a basso costo è possibile.

Nel 2004, il Signor Philips ha cominciato a lavorare con il comune. Insieme hanno aperto un magazzino per tenere il materiale da costruzione e di riciclo. Un incentivo economico spinge la popolazione e l’industria a donare materiali di ogni tipo anziché portarli in discarica. Le aziende possono risparmiare sulle tasse e sulle spese di trasporto, nel frattempo, Dan e gli altri dell’organizzazione di beneficenza possono riutilizzare il materiale per costruire le case per le famiglie meno abbienti, è una forma simbiosi in cui tutti vincono.

Il Signor Philips e la sua azienda (foto da New York Times)

(foto da New York Times)

Il pavimento fatto con tappi e cemento (foto da New York Times)

(foto da New York Times)

Il solaio fatto con cornici (foto da New York Times)

Bibliografia
Reading Reference
。2 Settembre 2009: New York Times, One Man’s Trash
。Phoenix Commotion, Azienda di Dan Philips

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