26 settembre, 2009

Concorso di ‘Bellezza’


(Graziella Sarto, la vincitrice del concorso)
Per partecipare a questo concorso di bellezza non serve una bella faccia né una bella presenza, non c’è limite d’età, o livello d’educazione. Non è richiesto a nessuno di ballare sul palco per avere tutti gli occhi del pubblico sulle tette o sul culo. Chiunque può partecipare.

Oggi, sono qui in Piazza Garibaldi a Suzzara, sono giudice di questo concorso.
Today, I am here in Piazza Garibaldi of Suzzara and I am one of the judges of this contest.

Fin da lontano si vedono tante persone accalcate di fronte alle 9 ragazze in concorso. Niente bikini e niente trucco, le ragazze si stanno rabboccando le maniche, ognuna ha una cannella in mano. La ragazza più anziana ha forse più di 60 anni.

Noi giudici siamo in 5 e abbiamo tra le mani il modulo di valutazione. L’organizzatore ci sta spiegando gli 8 criteri da valutare per assegnare il punteggio: aspetto, colore, profumo, abilità manuale, consistenza, tenuta della cottura, sapore e capacità di ritenzione del condimento. Già, non sono criteri di valutazione per giudicare le ragazze, ma le tagliatelle che fanno loro!



Le tagliatelle sono un piatto tradizionale di buona parte dell’Italia settentrionale, si dice che abbiano avuto origine a Bologna nel XV secolo quando il maestro di cucina Zefirano, ispirato dai lunghi e biondi capelli della figlia del duca di Ferrara, abbia tagliato per il matrimonio di questa la sfoglia delle lasagne in un nuovo modo e le abbia poi condite con il ragù. In seguito a questa felice intuizione, le tagliatelle al ragù divennero un piatto molto diffuso in tutta Bologna.

Il conduttore del concorso dà inizio alla prova, le ragazze mettono sul tagliere la farina e le uova fornite dell’organizzatore ed uguali per tutti. Mescolano gli ingredienti con naturalezza e l’impasto comincia a prendere forma. L’impasto è formato da 500 grammi di farina e 5 uova. Non è facile impastare e stendere uno sfoglio fino a renderlo sottile e trasparente come la carta di riso.

Non è facile neanche assegnare i voti. I primi 4 parametri: aspetto, colore, profumo ed abilità manuale, riguardano la produzione ed il prodotto crudo. Non importa che la sfoglia sia priva di buchi per essere ben valutata, è però importante che sia priva di puntini bianchi. Sintomi di una successiva aggiunta di farina nella fase di impastamento. Se l’impasto è troppo umido significa, infatti, che sono stata sbagliate le proporzioni e si rende quindi necessario una seconda aggiunta di farina che si manifesta con i caratteristici puntini bianchi. Se invece qualcuno aggiunge olio vuol dire che l’impasto è troppo duro. Così si vede la capacità manuale. Le tagliatelle tradizionali non devono essere né troppo larghe né troppo sottili: più o meno 7 millimetri.

Dopo aver valutato il crudo, dobbiamo provare il cotto. Siamo andati in una cucina da campo allestita per l’occasione di fianco alla chiesa ed abbiamo dato inizio alla fase più dura: assaggiare tutti e 9 i piatti di tagliatelle. Il condimento ideale per le tagliatelle è sicuramente il ragù, è stato invitato un cuoco che ha preparato il ragù ed ha cotto i 9 piatti per la degustazione. Dobbiamo valutare 4 elementi: consistenza, tenuta alla cottura, sapore e capacità di assorbimento del condimento. Con lo stesso tempo di cottura si vede la differenza della tenuta tra le 9 tagliatelle. Tanto più a lungo la pasta resiste tanto maggiore è la qualità della stessa. Poi, è importante stabilire anche la capacità di assorbimento del condimento, perché non sarebbe buono avere tagliatelle e ragù separati.

Dopo 3 ore di concorso, abbiamo la vincitrice: la Signora Graziella Sarto, concorrente numero 7. Lei rappresenterà Suzzara per il prossimo concorso nazionale a Bologna! Evviva!













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