Fare un festival non significa solo mettere insieme i cittadini e fare schiamazzi e urla, avere musica dal vivo in ogni angolo o lanciare arance e pomodori. Un festival può divertire anche invitando alla compostezza e all’ascolto.
Dal 1996 ogni prima settimana di Settembre, Mantova (che si trova 20 km a nord di Suzzara) si riempie di viaggiatori da ogni parte del mondo, ma riesce a conservare la sua tranquillità di sempre. Non si vedono grandi pubblicità né mille bancarelle sparse per la città ma si avverte un’atmosfera tutta nuova in città.
è la forza del Festivaletteratura.
Quest’attitudine letteraria si è sviluppata a Mantova in un lungo periodo. Dal medioevo al rinascimento, Mantova è sempre stata un luogo importante per la letteratura ed è stata spesso scena di tanti capolavori. Per esempio,
L’architettura antica tra Piazza Erbe a Piazza Sordello, è una macchina del tempo. Mentre cammino immersa nella storia vengo riportata alla realtà solo dai sampietrini che lastricano il pavimento e mi stuzzicano i piedi. Alle 8 di sera, c’è la coda davanti al Palazzo Ducale, però l’atmosfera è rilassata. Quasi 2000 spettatori si sono dati appuntamento per aspettare lo scrittore Cileno, Luis Sepulveda (Lucio). La serata è gradevole, un vento fresco fa cadere le prime foglie annunciando così la prossima fine dell’estate. In piazza Castello un anfiteatro accoglie un pubblico concentrato e voglioso di sentire le parole dell’autore. Il famoso autore Cileno sale sul palco con un abbigliamento da casa, penso abbia uno stile più informale del pubblico. Lucio si accomoda e comincia a fumare. Lentamente ma continuamente. La sua voce gentile ma forte ha un accento spagnolo. Ogni cosa che racconta è divertente, ma arriva sempre al nocciolo del discorso. Ogni suo discorso ha una morale precisa. Ascoltare le sue parole è come leggere un suo libro. Lucio parla di principi fondamentali ed espone le sue idee con fermezza ma anche con grande ironia. La sua voce è come il suono del gong, liscia e forte.
Da un’altra parte della città, nella splendida cornice del due centenario e barocco Teatro Bibena, il pubblico sta ascoltando l’astronomo Jacopo Staude che racconta di come 400 anni fa, con calma e saggezza, Galileo riuscì a migliorare il telescopio, di come lo utilizzò per osservare il cielo e riuscì a raccogliere il risultato del suo lavoro nel libro ‘Sidereus Nuncius’. Ovviamente Stude ha anche illustrato il triste destino di Galileo.
Architettura antica e vita moderna, letteratura e cultura, relatori e pubblico. Si mescolano tutti tra loro e formano insieme il Festivaletteratura.
Stasera nessuna tribuna politica, niente show volgari, solo un relatore con un microfono.
Ecco il Festivaleteratura che come il vento fresco dell’autunno, porta via l’umidità dell’aria e lascia la pelle secca e fresca. Si sta davvero bene!
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。Sito ufficiale del festivaletteratura
。Video ufficiale del Festivaletteratura
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