Hong Kong
Due mesi passano alla svelta. Sono stata a casa mia ad Hong Kong, e ora sono tornata a casa mia qui in Italia. In questi due mesi ho sempre tenuto tra le mani il libro ‘La fine del mondo e il paese delle meraviglie’di Haruki Murakami.Non tornavo a Hong Kong da 2 anni, ma di certo non avevo bisogno ambientarmi. C’è stata però una cosa che mi ha subito stupito: la mia testa sembrava toccare il soffitto di casa casa, avevo quasi l’impressione che il mio corpo fosse diventato gigante. Questa sensazione veniva forse dalla piccola distanza spazio cosiddetto tra soffitto e pavimento.
Sulla piccola isola di Hong Kong, ogni cosa è comoda. Sotto casa mia c’è un supermercato e un mercato attivo tutti i giorni, un negozio aperto 24 ore e tantissimi negozi di diversi tipi inoltre ci sono tanti ristorantini, uno dei quali ha anche preso una stella della guida Michelin. Ho portato con me solo i vestiti che avevo addosso e che mi servivano per il viaggio, poi niente, neanche le mutande, perché posso comprarmi quello che mi serve facilmente con pochi soldi. In confronto ad Hong Kong dove con i soldi, puoi avere tutte le cose vuoi quando vuoi, in Europa il denaro sembra a volte essere antipatico e puzzare visto che i negozi preferiscono chiudere e guadagnare meno soldi per andare vacanza. Non c’è giusto o sbagliato, si tratta solo di una scelta diversa. Personalmente, mi piace godere di entrambe le situazioni!
Oltre agli affetti, mi mancavano tanto i gusti dinamici di Hong Kong: su questa isola piccolina si possono assaggiare quasi tutti i gusti del mondo! In Italia, qualche volta ho seriamente sofferto di quello che chiamavo ‘depressione nostalgica delle papille gustative’. Più cibo italiano mangio e più sento il bisogno di gusti diversi, più sento nostalgia di casa più ho fame, e le papille gustative sono sempre più depresse. È un circolo vizioso. È una depressione incurabile con le medicine. Le papille gustative hanno un isterico bisogno di gusti diversi.
Alla fine, nelle 2 settimane e mezzo che ho trascorso a Hong Kong, ho mangiato almeno 70 volte. Delle 500 foto che ho fatto, l’80% sono ritratti di cibo e piatti. Adesso ho anche il problema dell’eccessiva estensione di stomaco.
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La strada dei chiromanti
Ogni sera, nei pressi del tempio di ‘Tin Hau’ nel quartiere di Yaumatei, tanti credenti si ritrovano nella strada dei chiromanti per ‘chiedere il futuro’. Questa piccola zona pedonale, non più lunga di 600 metri, raduna diversi tipi di chiromanti. Chi non ottiene una buona risposta dai chiromanti orientali, può andare da quelli occidentali con Tarocchi. La mia chiromante fissa non è un essere umano, ma un uccellino.
Ecco, si fa così: scelgo un uccellino, poi gli faccio una domanda sincera. Dopodiché, l’uccellino salta fuori dalla gabbia, e sceglie dal mazzo la carta della risposta. Quella carta è la risposta alla mia domanda.
Ovviamente, gli ho chiesto il futuro del ristorante e del bed & breakfast!
L’uccellino ha preso una carta dal titolo ‘Zhuge Liang ha preso in prestito il vento dell’Est’. Si tratta di una raffigurazione della battaglia di Chibi, una battaglia molto importante nella storia della Cina. La Battaglia di Chibi fu uno scontro che si svolse nel 208 fra l'Impero Cinese dei Han e l'esercito dei ‘signori della guerra’ Liu Bei e Sun Quan. Zhu Geliang era il consigliere militare di Liu Bei.
Insomma, la carta disse che abbiamo bisogno una cosa importante che dobbiamo prendere in prestito e che in Maggio sarà tutto posto.
Bene!
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Alle 7 di sera di un giorno infrasettimanale
Dopo qualche anno sono tornata al binario di Admirality alle 7 di sera. Andando verso Kowloon dall’Isola Hong Kong, ho dovuto infatti cambiare treno alla stazione Admiratly. Appena sono scesa dal treno, sul binario, ho visto almeno 10,000 persone tutte insieme. Persone uscite dagli uffici contemporaneamente che prendono il treno per Kowloon allo stesso momento.
Penso di aver aspettato 20 minuti per salire sul treno, schiacciata tra la folla. Un treno arrivava ogni 30 secondi, quindi ho visto 35 treni passare prima che arrivasse quello buono per me. In quel momento ho pensato di aver visto più o meno lo stesso numero di persone che vedo in Italia in un anno intero.
Questo è il potere delle metropoli, dove si spreme il tempo di un anno in un solo secondo.
Anche se il mio ritmo si è abbassato ai livelli di un cittadino Europeo, di fronte a questa situazione non sono diventata matta anche se forse avevo un po' di difficoltà a respirare. Quei 20 minuti sono passati alla svelta, perché ero in compagnia di altre 10,000 persone. È stata una sensazione strana; potevo osservare la gente e capire il trend di Hong Kong:
90% delle persone stavano usando la connessione internet sottoterranea con il cellulare (di questi il 30% usavano un iPHONE)
99% delle persone vestivano di NERO.
70% delle persone aveva occhiali da vista NERI
50% delle persone erano studenti in uniforme.
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