30 settembre, 2009

Rondine

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è libero finalmente
nel tetto tra cemento
intrappolato per migliaia di notti
il sole accecante
l’aria sconosciuta
è libero finalmente
coricato sul tetto familiare
manca il coraggio per il decollo
è meglio libertà … o
meglio sotto il tetto?
coricato qua
vede lontano, remoto
ma dimenticato
sente i piedi toccare terra
è libero finalmente
è il momento di nuovo
imparare a camminare


28 settembre, 2009

Sotto lo stesso tetto

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il sole dopo la pioggia sul tetto
sul pavimento cemento disordinato
chiodi numerosi
albicocche marce
foglie cadenti, pezzi di mattoni
si spargono sotto il tetto
il tempo dimenticato
è conservato nel angolo dei libri silenziosamente
domani si demolisce il tetto
si demolisce la memoria di 90 anni
creare uno spazio
per il futuro mettere radici

26 settembre, 2009

Concorso di ‘Bellezza’

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(Graziella Sarto, la vincitrice del concorso)
Per partecipare a questo concorso di bellezza non serve una bella faccia né una bella presenza, non c’è limite d’età, o livello d’educazione. Non è richiesto a nessuno di ballare sul palco per avere tutti gli occhi del pubblico sulle tette o sul culo. Chiunque può partecipare.

Oggi, sono qui in Piazza Garibaldi a Suzzara, sono giudice di questo concorso.
Today, I am here in Piazza Garibaldi of Suzzara and I am one of the judges of this contest.

Fin da lontano si vedono tante persone accalcate di fronte alle 9 ragazze in concorso. Niente bikini e niente trucco, le ragazze si stanno rabboccando le maniche, ognuna ha una cannella in mano. La ragazza più anziana ha forse più di 60 anni.

Noi giudici siamo in 5 e abbiamo tra le mani il modulo di valutazione. L’organizzatore ci sta spiegando gli 8 criteri da valutare per assegnare il punteggio: aspetto, colore, profumo, abilità manuale, consistenza, tenuta della cottura, sapore e capacità di ritenzione del condimento. Già, non sono criteri di valutazione per giudicare le ragazze, ma le tagliatelle che fanno loro!



Le tagliatelle sono un piatto tradizionale di buona parte dell’Italia settentrionale, si dice che abbiano avuto origine a Bologna nel XV secolo quando il maestro di cucina Zefirano, ispirato dai lunghi e biondi capelli della figlia del duca di Ferrara, abbia tagliato per il matrimonio di questa la sfoglia delle lasagne in un nuovo modo e le abbia poi condite con il ragù. In seguito a questa felice intuizione, le tagliatelle al ragù divennero un piatto molto diffuso in tutta Bologna.

Il conduttore del concorso dà inizio alla prova, le ragazze mettono sul tagliere la farina e le uova fornite dell’organizzatore ed uguali per tutti. Mescolano gli ingredienti con naturalezza e l’impasto comincia a prendere forma. L’impasto è formato da 500 grammi di farina e 5 uova. Non è facile impastare e stendere uno sfoglio fino a renderlo sottile e trasparente come la carta di riso.

Non è facile neanche assegnare i voti. I primi 4 parametri: aspetto, colore, profumo ed abilità manuale, riguardano la produzione ed il prodotto crudo. Non importa che la sfoglia sia priva di buchi per essere ben valutata, è però importante che sia priva di puntini bianchi. Sintomi di una successiva aggiunta di farina nella fase di impastamento. Se l’impasto è troppo umido significa, infatti, che sono stata sbagliate le proporzioni e si rende quindi necessario una seconda aggiunta di farina che si manifesta con i caratteristici puntini bianchi. Se invece qualcuno aggiunge olio vuol dire che l’impasto è troppo duro. Così si vede la capacità manuale. Le tagliatelle tradizionali non devono essere né troppo larghe né troppo sottili: più o meno 7 millimetri.

Dopo aver valutato il crudo, dobbiamo provare il cotto. Siamo andati in una cucina da campo allestita per l’occasione di fianco alla chiesa ed abbiamo dato inizio alla fase più dura: assaggiare tutti e 9 i piatti di tagliatelle. Il condimento ideale per le tagliatelle è sicuramente il ragù, è stato invitato un cuoco che ha preparato il ragù ed ha cotto i 9 piatti per la degustazione. Dobbiamo valutare 4 elementi: consistenza, tenuta alla cottura, sapore e capacità di assorbimento del condimento. Con lo stesso tempo di cottura si vede la differenza della tenuta tra le 9 tagliatelle. Tanto più a lungo la pasta resiste tanto maggiore è la qualità della stessa. Poi, è importante stabilire anche la capacità di assorbimento del condimento, perché non sarebbe buono avere tagliatelle e ragù separati.

Dopo 3 ore di concorso, abbiamo la vincitrice: la Signora Graziella Sarto, concorrente numero 7. Lei rappresenterà Suzzara per il prossimo concorso nazionale a Bologna! Evviva!













24 settembre, 2009

Gordon Ramsay e zampe di pollo di ‘Baiyun’

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Ho appena visto il nuovo programma televisivo del famoso chef inglese Gordon Ramsay – The F Word. In una scena Ramsay porta 3 piatti cinesi per fare una ‘degustazione cieca’ad un suo cliente che dice di amare il cibo cinese takeaway.

Questo cliente inglese è il classico ciccione con i capelli rossi e gli occhi verdi. Quando ride sbatte le mani sul tavolo e sulla sedia. Ramsay copre gli occhi al cliente e poi gli fa assaggiare il primo piatto: si vede benissimo che si tratta di una zampa di pollo di Baiyun. Ramsay ha preso una zampa dal piatto con la mano e l’ha inserita nella bocca del cliente... il ciccione prende a urlare mentre mastica e dice ‘è un ratto?’Ramsay rispondeva alla sua domanda dicendo, ‘è una zampa di pollo!’(ma io urlavo davanti alla tv: non è una qualsiasi zampa di pollo, ma una zampa di pollo di ‘Baiyun’!) il ciccione ha vomitato subito (in un secchio preventivamente preparato vicino a lui), poi gli amici ciccioni al suo fianco hanno fatto una faccia schifata. Di seguito viene servita lingua d’anatra sobbollita e pesce al vapore.

Il ciccione ha visto il pesce al vapore e sembrava invogliato e smanioso di assaggiarlo. In quel momento, Ramsay urla, ‘i cinesi pensano che gli occhi siano la parte più buona dei pesci! Dai, mangiali anche te!’Con un sorriso cattivo Ramsay ha poi ha avvicinato il cucchiaio alla testa del pesce e con fare spietato ne ha estratto l’occhio; anche se la carne era buona, Ramsay voleva solo l’occhio e non di certo per prezzarne il gusto. Ovviamente la conclusione non poteva che essere una sola, ‘come possono cucinare qualcosa di così schifoso!’

Capisco che i ristoranti cinesi in Europa abbiano un livello di autenticità nella cucina piuttosto deludente; ma se i ristoranti cinesi fanno schifo non vuol dire che anche la cucina cinese sia schifosa, anzi se Ramsay avesse potuto vedere la faccia soddisfatta di Sig. Chris Patten, l’ultimo governatore Inglese di Hong Kong, mentre mangiava una zampa di pollo o una torta d’uovo in una Sala da Tè a Hong Kong, capirebbe che la cucina cinese non fa schifo. Comunque uno chef famoso non dovrebbe avere nessun tipo di pregiudizio. Anzi, se avesse il minimo interesse nel capire le altre gastronomie o culture del mondo, potrebbe spiegarle in modo serio e giusto e far assaggiare ai propri clienti piatti preparati in modo tradizionale in contrapposizione a quelli schifosi. Così facendo sarebbe molto più persuasivo, e non un semplice show che vuole solo far contento il pubblico proponendo sciocchezze e inesattezze.

A proposito della zampa di Baiyun, il nome ha origine dal piatto freddo cantonese zampa di maiale di Baiyun. Si tratta di un tipo di preparazione che prevede di cucinare le zampe in acqua fino a renderla morbida. Poi si lasciano le zampe in immersione in una soluzione di zucchero e aceto, le zampe diventeranno molli e con un gusto dolce e leggermente acido. Quando il prezzo del maiale salì, le casalinghe l’hanno sostituito con il pollo mantenendo però lo stesso metodo di cottura. Quindi anche le zampe di pollo si chiamano Baiyun. Per quanto riguarda ‘Baiyun’, si dice che il nome deriva dalla montagna Baiyun di Guangzhou. Nella ricetta originale, infatti, per fare le zampe di maiale di Baiyun, serviva l’acqua della montagna di Baiyun per sciacquare le zampe di maiale dopo averle cotte per qualche ora. L’acqua della montagna di Baiyun non soltanto dà la giusta consistenza alla carne, ma lava via anche il grasso delle zampe.

Adesso è difficile trovare qualcuno che usa ancora l’acqua della montagna di Baiyun per preparare questi piatti, anzi tanti aggiungono conservanti chimici, per cui la carne è dura e il sapore è strano. Non sono rimasta sorpresa di sentire il cliente dire, ‘è un ratto!’

Se Ramsay avesse potuto assaggiare il piatto originale della zampa di pollo di Baiyun, o se avesse saputo della preparazione tradizionale, forse sarebbe stato meno equivoco. Purtroppo, adesso è più difficile trovare l’acqua della montagna di Baiyun senza inquinamento che non convincere Ramsay.

14 settembre, 2009

Il festival dell’ascolto

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Fare un festival non significa solo mettere insieme i cittadini e fare schiamazzi e urla, avere musica dal vivo in ogni angolo o lanciare arance e pomodori. Un festival può divertire anche invitando alla compostezza e all’ascolto.

Dal 1996 ogni prima settimana di Settembre, Mantova (che si trova 20 km a nord di Suzzara) si riempie di viaggiatori da ogni parte del mondo, ma riesce a conservare la sua tranquillità di sempre. Non si vedono grandi pubblicità né mille bancarelle sparse per la città ma si avverte un’atmosfera tutta nuova in città.

è la forza del Festivaletteratura.

Quest’attitudine letteraria si è sviluppata a Mantova in un lungo periodo. Dal medioevo al rinascimento, Mantova è sempre stata un luogo importante per la letteratura ed è stata spesso scena di tanti capolavori. Per esempio, di Shakespeare. Romeo Dopo aver ucciso Tebaldo Capuleti fu mandato in esilio a Mantova, quando poi tornò a Verona, Giulietta si era già suicidata. Dante, nel suo capolavoro più famoso è guidato attraverso i gironi dell’inferno nel purgatorio dal poeta Mantovano Virgilio. Andrea Mantegna, un importante artista del Rinascimento al servizio dalla nobile famiglia dei Gonzaga, si rese artefice di una lunga serie di opere d’arte di livello assoluto. Nel luglio del 2008, Mantova è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

L’architettura antica tra Piazza Erbe a Piazza Sordello, è una macchina del tempo. Mentre cammino immersa nella storia vengo riportata alla realtà solo dai sampietrini che lastricano il pavimento e mi stuzzicano i piedi. Alle 8 di sera, c’è la coda davanti al Palazzo Ducale, però l’atmosfera è rilassata. Quasi 2000 spettatori si sono dati appuntamento per aspettare lo scrittore Cileno, Luis Sepulveda (Lucio). La serata è gradevole, un vento fresco fa cadere le prime foglie annunciando così la prossima fine dell’estate. In piazza Castello un anfiteatro accoglie un pubblico concentrato e voglioso di sentire le parole dell’autore. Il famoso autore Cileno sale sul palco con un abbigliamento da casa, penso abbia uno stile più informale del pubblico. Lucio si accomoda e comincia a fumare. Lentamente ma continuamente. La sua voce gentile ma forte ha un accento spagnolo. Ogni cosa che racconta è divertente, ma arriva sempre al nocciolo del discorso. Ogni suo discorso ha una morale precisa. Ascoltare le sue parole è come leggere un suo libro. Lucio parla di principi fondamentali ed espone le sue idee con fermezza ma anche con grande ironia. La sua voce è come il suono del gong, liscia e forte.


Da un’altra parte della città, nella splendida cornice del due centenario e barocco Teatro Bibena, il pubblico sta ascoltando l’astronomo Jacopo Staude che racconta di come 400 anni fa, con calma e saggezza, Galileo riuscì a migliorare il telescopio, di come lo utilizzò per osservare il cielo e riuscì a raccogliere il risultato del suo lavoro nel libro ‘Sidereus Nuncius’. Ovviamente Stude ha anche illustrato il triste destino di Galileo.

Architettura antica e vita moderna, letteratura e cultura, relatori e pubblico. Si mescolano tutti tra loro e formano insieme il Festivaletteratura.

Stasera nessuna tribuna politica, niente show volgari, solo un relatore con un microfono.

Ecco il Festivaleteratura che come il vento fresco dell’autunno, porta via l’umidità dell’aria e lascia la pelle secca e fresca. Si sta davvero bene!


Link
Sito ufficiale del festivaletteratura
Video ufficiale del Festivaletteratura
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